La vita fugge, e non s’arresta una ora, 
e la morte vien dietro a gran giornate,
e le cose presenti e le passate
mi dànno guerra, e le future ancora;
e ‘l rimembrare e l’aspettar m’accora,
or quinci or quindi, sì che ‘n veritate,
se non ch’i’ ò di me stesso pietate,
i’ sarei già di questi pensieri fora.
***
Che fai? Che pensi? Che pur dietro guardi
Nel tempo, che tornar non pote ormai?
Anima sconsolata, che pur vai
Giungendo legne al foco ove tu ardi?
Le soavi parole ei dolci sguardi
Ch’an ad un descritti e depinti ài,
son levati de terra; ed è ben sai
qui ricercarli intempestivo e tardi.
***

Né per sereno ciel ir vaghe stelle,
né per tranquillo mar legni spalmati,
né per campagne cavalieri armati,
né per bei boschi allegre fere snelle;
né d’aspettato ben fresche novelle
né dir d’amore in stili alti ed ornati
né tra chiare fontane e verdi prati
dolce cantare oneste donne e belle;
né altro sarà mai ch’al cor m’aggiunga,
sì seco il seppe quella seppellire
che sola agli occhi miei fu lume e speglio.
Noia m’è ‘l viver sì gravosa e lunga
Ch’i’ chiamo il fine, per lo gran desire
Di riveder cui non veder fu ‘l meglio.

e la morte vien dietro a gran giornate,
e le cose presenti e le passate
mi dànno guerra, e le future ancora;
e ‘l rimembrare e l’aspettar m’accora,
or quinci or quindi, sì che ‘n veritate,
se non ch’i’ ò di me stesso pietate,
i’ sarei già di questi pensieri fora.
***
Che fai? Che pensi? Che pur dietro guardi
Nel tempo, che tornar non pote ormai?
Anima sconsolata, che pur vai
Giungendo legne al foco ove tu ardi?
Le soavi parole ei dolci sguardi
Ch’an ad un descritti e depinti ài,
son levati de terra; ed è ben sai
qui ricercarli intempestivo e tardi.
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Né per sereno ciel ir vaghe stelle,
né per tranquillo mar legni spalmati,
né per campagne cavalieri armati,
né per bei boschi allegre fere snelle;
né d’aspettato ben fresche novelle
né dir d’amore in stili alti ed ornati
né tra chiare fontane e verdi prati
dolce cantare oneste donne e belle;
né altro sarà mai ch’al cor m’aggiunga,
sì seco il seppe quella seppellire
che sola agli occhi miei fu lume e speglio.
Noia m’è ‘l viver sì gravosa e lunga
Ch’i’ chiamo il fine, per lo gran desire
Di riveder cui non veder fu ‘l meglio.
 
 
 
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