sabato 1 marzo 2008

ZEN E AMORE

Lo Zen per me è maturità, l'idea che siamo tutti collegati e la scoperta degli altri.
Mi sono reso conto che per quarant'anni sono stato un bimbo viziato, pauroso, presuntuoso. Pretendevo le attenzioni degli altri, il loro amore e le consideravo dovute. Mi sentivo speciale e unico,convinto che l'universo esistesse solo per me, io come centro del cosmo. E mi arrabbiavo quando invece la realtà si mostrava per quello che era, quando vedevo che in effetti non ero affatto speciale e che gli altri erano occupati a fare altro, a vivere la loro vita. E allora ad un certo punto mi sono chiuso in un mondo di illusioni di rimpianti, rancori e odio. Incapace di accettare la realtà per quello che era ingaggiavo guerre con il mondo e la vita chiudendo le porte che mi collegavano con gli altri. Nella mia testa rancore paura odio , principi morali ed etici si scontravano contro me stesso in un circolo vizioso che annullava ogni energia verso la vita.
Ogni tanto sulla mia strada incontravo i principi del Buddismo e dello Zen riciclati magari dalla moderna psicologia, o dalla saggezza dei vari Osho , Krishnamuti o dai tanti saggi che ci hanno preceduto. Li leggevo e assorbivo poco per volta, come una pianta che trae nutrimento dal suolo. Ma queste nozioni , questa saggezza galleggiavano nella mia coscienza come tanti file separati e disorganizzati. Erano come tante piccole pillole di benessere, da prendere nei momenti più bui di depressione, degli appigli per non affogare.
Poi è arrivato lo zen e la meditazione. Non so come ma tutti quegli spunti, stimoli idee che avevo assorbito sul Buddismo stanno cominciando ad unirsi ad avere un senso. Un senso che però non è logico o razionale ,ma come posso dire....è come se tante caselle si stessero ordinando formando un disegno nuovo. Per la prima volta mi sembra di avere delle basi, un punto dove appoggiarmi per trovare il coraggio di aprire gli occhi ed accettare la realtà della vita.
Poi sono arrivate le coincidenze. Nel dojo si discute di un argomento e il giorno seguente la ritrovo applicato ad una vicenda che mi sta capitando. Leggo una cosa e subito, magari nello stesso istante si ricollega ad un'altra da tempo in sospeso, ed insieme vanno a colmare una lacuna che fino a quel momento mi impediva di vedere chiaro.Un'amica mi chiede un consiglio e io sono in grado di darglielo solo perché avevo appena letto in un testo zen sull'argomento. Il bello è che tali coincidenze, sempre spontanee e imprevedibili si moltiplicano e intrecciano in una trama sempre più complessa e coerente, trama che sono in grado di vedere, solo prendendo un po le distanze dalla contingenza dei problemi e lanciando spazio al silenzio, con una dote che ho sempre sentito amica, l'intuizione. Un'intuizione che non è una mia dote, ma un lampo improvviso che illumina l'ottusità quotidiana.Queste coincidenze mi hanno in qualche modo fatto sentire collegato. Comincio a sentire che non sono più isolato, solo al centro di un universo un po beffardo e fondamentalmente ostile. Lentamente sento che sono una parte, minima ma significativa, di un cosmo che ha bisogno anche di me per manifestarsi. Questo mi pare cosi importante, cosi fondamentale e commovente. Qualche settimana fa ero in auto con un mio amico il quale improvvisamente prese la gomma da masticare che aveva in bocca e la getto dal finestrino: "Ma che fai?" gli dissi :"non vedi che te la stai tirando addosso". Avevo capito che la fuori del finestrino non c'era qualcosa di separato da me e lo avevo sperimentato a livello emotivo provando un profondo dispiacere per quel gesto di disprezzo per l'ambiente che ci circonda, un gesto di disprezzo che sentivo compiuto anche verso me e il mio stesso amico. Secondo me questo è Amore, amore con l'A maiuscola. Non il solito attaccamento con il quale sono abituato convivere. Fino ad oggi concepivo l'amore come un chiedere, arraffar, elemosinare affetto protezione. Un modo per allontanare lo spettro della solitudine e le paure. Chiedevo, chiedevo in continuazione assistenza, protezione e affetto, ne avevo bisogno come un disperato. Non era amore quando davo ragione e sostenevo un amico solo per arruffianarmelo, per tenerlo vicino a me ignorando magari quella vocina che mi diceva che stava sbagliando. Mi sto rendendo conto che io non so cos'è l'Amore e sospetto che fondamentalmente nessuno lo sa. Siamo piene di idee e pregiudizi sull'amore, tutta paccottiglia emotiva che ci impedisce di capire che l'amore non si può conoscere ma solo sperimentare.

Giorgio Girolomini

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