
Mi avvicino, a piedi nudi, ed entro.
Una sensazione di pace immediatamente mi pervade dopo il primo passo.
Mi inchino di fronte all’altare, agli antenati, a Buddha e ai Bodhisattva, grata a loro per la mia esistenza, qui ed ora.
Mi porto a terra, sampai. La mia fronte poggia sul tatami e prolungo quell’istante in abbandonata estasi. Mi prostro di fronte alla terra, al cielo, all’energia che tutto pervade e dà vita.
Mi alzo e percorro i pochi metri che mi separano dallo zafu, diventano il mondo intero.
Scelgo il mio posto nel mondo. Ancora una volta ringrazio e siedo.
Silenzio dentro me, fuori suoni di reale realtà. Ferma, immobile, retta e fiera di essere, sto semplicemente.
Niente scorre, tutto resta per quel tempo indefinito il cui inizio e la cui fine scandisce la campana.
Respiro.
La voce dell’uomo attraverso la lettura dei testi sacri attiva la mia comprensione e svela la profonda saggezza che è in me.
Il cuore si apre al racconto struggente dell’amore più grande che tutto pervade e che in me risuona.
Gesti lenti, rituali, come una carezza mi riscaldano e mi comunicano che il senso dell’esistenza è davanti ai miei occhi.
Incenso, la fiamma di una candela, un fiore come testimoni, celebro l’unità del mio essere e tra gli esseri. Attorno a me i miei fratelli e le mie sorelle, il Sangha.
Un ultimo inchino come un bacio sottile ed intenso. Vivo e amo.
Unione, presenza, silenzio, grazia, rispetto, armonia; celebrazione di Amore è compiuta.
Abbandono la stanza sapendo di tornare, nulla lo può impedire. Calma pienezza affiora sul mio viso rilassato e si esprime in un impercettibile quanto intenso sorriso. Amo.
Simona Comello
Una sensazione di pace immediatamente mi pervade dopo il primo passo.
Mi inchino di fronte all’altare, agli antenati, a Buddha e ai Bodhisattva, grata a loro per la mia esistenza, qui ed ora.
Mi porto a terra, sampai. La mia fronte poggia sul tatami e prolungo quell’istante in abbandonata estasi. Mi prostro di fronte alla terra, al cielo, all’energia che tutto pervade e dà vita.
Mi alzo e percorro i pochi metri che mi separano dallo zafu, diventano il mondo intero.
Scelgo il mio posto nel mondo. Ancora una volta ringrazio e siedo.
Silenzio dentro me, fuori suoni di reale realtà. Ferma, immobile, retta e fiera di essere, sto semplicemente.
Niente scorre, tutto resta per quel tempo indefinito il cui inizio e la cui fine scandisce la campana.
Respiro.
La voce dell’uomo attraverso la lettura dei testi sacri attiva la mia comprensione e svela la profonda saggezza che è in me.
Il cuore si apre al racconto struggente dell’amore più grande che tutto pervade e che in me risuona.
Gesti lenti, rituali, come una carezza mi riscaldano e mi comunicano che il senso dell’esistenza è davanti ai miei occhi.
Incenso, la fiamma di una candela, un fiore come testimoni, celebro l’unità del mio essere e tra gli esseri. Attorno a me i miei fratelli e le mie sorelle, il Sangha.
Un ultimo inchino come un bacio sottile ed intenso. Vivo e amo.
Unione, presenza, silenzio, grazia, rispetto, armonia; celebrazione di Amore è compiuta.
Abbandono la stanza sapendo di tornare, nulla lo può impedire. Calma pienezza affiora sul mio viso rilassato e si esprime in un impercettibile quanto intenso sorriso. Amo.
Simona Comello
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