giovedì 26 giugno 2008

Un gatto che si contorce sulla strada


Stamattina in auto mentre andavo al lavoro, mi è capitato di assistere ad una scena atroce: un gatto sulla strada si contorceva dal dolore, evidentemente era appena stato travolto da una macchina e per sua sfortuna l'impatto non lo aveva ucciso sul colpo ed ora si dibatteva sull'asfalto in preda ad un dolore atroce.La mia prima reazione è stata di compassione per quella povera creatura, ma era un sentimento insopportabile, mi mettevo troppo nei suoi panni, ho dovuto staccare girarmi dall'altra parte. Aiutarlo? Si forse quello mi sarebbe servito a placare l'angoscia,ma come? No, avevo paura di un confronto diretto col dolore, un dolore cosi enorme, insopportabile. Meglio girarsi dall'altra parte e negare tutto, cercando di dimenticare, si non volevo più pensarci, cambiare pensiero ed emozione. Ma nulla da fare la crudeltà dell'immagine era troppo immanente. E allora, improvvisamente mi sono tornate alla mente le parole di Anassimandro:"Principio degli esseri è l'infinito....da dove infatti gli esseri hanno origine, lì hanno anche la distruzione secondo necessità: poiché essi pagano l'uno all'altro la pena e l'espiazione dell'ingiustizia secondo l'ordine del tempo", ho capito, improvvisamente azzerando tutte le idee che avevo in precedenza nella testa si è creato il vuoto; un'apertura e leggerezza che raramente ho sperimentato. Poi un'insieme di immagini e ricordi mi hanno attraversato la mente: Ho rivisto una scena di un film di David Lynch, "Cuore selvaggio". I due protagonisti Nicolas Cage e Laura Derm vededono un'auto sbandare e uscire di strada e cercando di soccorrere le persone alla guida assistono ad una scena atroce, una ragazza intontita cerca disperatamente la borsetta, piange disperata perché non la trova, ma i due capiscono che sta per morire, ha parte del cranio sfracellato e infatti dopo pochi passi cade in terra e muore. Vedendo la scena del gatto mi sono tornate in mente le parole di Laura Derm: "perché abbiamo dovuto assistere a tutto questo??"Già perché? La realtà è che noi vorremmo, come dice Elisa nel suo ultimo post, una natura ideale dove correre felici, sempre positivi, pieni di entusiasmo.Per me le cose stanno cambiando, sempre più velocemente, io sto cambiando ogni momento ora è diverso dall'altro. Da quando faccio Zazen e frequento il Dojo sto rallentando, inizio a smettere di scappare negando il lato della realtà che mi fa paura. Lentamente permetto anche ad un'immagine cosi pesante e atroce come quell del povero gatto di avere voce nel mio mondo fa parte della realtà, fa parte di me.
Giorgio Girolomini